Apple III, il primo (e non unico) fallimento commerciale di Steve Jobs
Alzi la mano chi non conosce il blasone di Apple, i successi in sequenza in 40 anni di “onorata carriera” e le innovazioni tecnologiche che hanno cambiato la nostra vita informatica. La società della Mela, anche dopo la morte di Steve Jobs, è rimasta ai vertici assoluti: è un colosso da 50,5 miliardi di dollari. Dal 2003 soltanto nel trimestre gennaio-marzo 2016 ha avuto un lieve calo nei ricavi, dopo 13 anni di crescita ininterrotta. Eppure Apple, nella sua gloriosa storia, ha avuto qualche flop. Anche piuttosto fragoroso.
Tra questi ricordiamo il primo vero fallimento commerciale dell’azienda di Cupertino. Ed era di questi tempi, sedici anni fa. Era, infatti, il 19 maggio del 1980 quando venne presentato in pompa magna alla National Computer Conference di Anaheim, in California, l’Apple III.
Venne prodotto e commercializzato da Apple Computer dal 1980 al 1984 come successore dell’Apple II, antesignano del personal computer come lo intendiamo oggi e, al contrario, il primo vero grande successo. Si pensi che l’Apple II rimase in vendita per 10 anni fino al novembre del 1993 e complessivamente si stima ne siano stati venduti 5 milioni di esemplari.
Un modello di Apple II esposto al Musée Bolo di Losanna (Fonte immagine: Wikipedia)
L’Apple II era la principale fonte di reddito di Apple ma aveva un problema: il computer era dotato di un’architettura hardware, un sistema operativo ed un ambiente di sviluppo limitati.
Fu deciso quindi di iniziare lo sviluppo di un nuovo computer che colmasse queste lacune: doveva essere più performante del suo predecessore.
Il progetto nacque sotto la guida di Wendell Sander con il nome in codice di “Sara”, dal nome di sua figlia. Fu sviluppato un nuovo sistema operativo, l’Apple SOS, più evoluto di quello dell’Apple II.
Fu uno dei peggiori computer mai costruiti nella storia di Apple, e in generale nel mercato dei personal computer. Un giovane Steve Jobs, responsabile del progetto, impose l’eliminazione totale delle ventole, perché immaginava un dispositivo assai silenzioso e così, al fine di dissipare il calore prodotto dai componenti interni, gli ingegneri realizzarono il cabinet (contenitore che ospita la scheda madre e i componenti interni del computer) in alluminio.
Un modello di Apple III (Fonte immagine: Wikipedia)
Tuttavia il box era troppo piccolo rispetto all’hardware interno, e le problematiche di surriscaldamento furono davvero tanti: dalle saldature che si fondevano e ricostituivano, agli schermi che mostravano testo corrotto. Alcuni utenti ammisero che i floppy disk inseriti nella macchina poi davano segni di bruciature.
E il prezzo? Altissimo, 8.000 dollari. Troppo anche per il mercato business.
Un fallimento. Nella storia di Apple ne ricordiamo altri: Apple Lisa (1983-1986), Apple Macintosh Portable (1989-1991) fino al social network musicale Ping (attivato nel 2010 e chiuso mestamente nel 2012).
Tanti successi, qualche disastro. Una grande storia.
Fonte immagini: Wikipedia (author: Alexander Schaelss, Rama, Hellis)