“I media dell’e-commerce sono una nuova frontiera, non una nuova tattica”
Riprendiamo un post di Linkedin del CEO di Brandshare.us, (società oltreoceano equipollente alla nostra … solo molto più grande) in cui commenta e riporta un’interessante articolo apparso sulla testata americana AdAge che parla “anche” del nostro lavoro.
Sappiamo benissimo che la nostra attività paga lo scotto di anticipare i tempi (in Italia), ma in questo momento di forte accelerazione del comparto e-commerce che spediscono principalmente beni (ovvero pacchi fisici), pensiamo sia utile, e forse anche necessario, dedicare pochi minuti a questa breve lettura e proseguire visitando i siti italiani Simple Sample e Simple Direct
Utilissimo soprattutto ai nativi analogici, traghettati al digitale di cui ancora non vedono bene tutte le opportunità che i meandri e le sfaccettature di questo nuovo media (il mercato e-commerce).
Oggi tutti (o quasi) i consumatori sono a casa, connessi alla rete, ma sempre a casa. Gli unici media che vengono fruiti e su cui si stanno riversando la maggior parte degli investimenti pubblicitari sono:
- televisione
- Radio
- Internet
- e….. l’e-commerce
Noi lavoriamo proprio nell’ultimo, quello che Doug Guyer chiama, parafrasandolo, “scaffale digitale” e sono ancora in molti, soprattutto coloro fuori dal segmento FMCG, che ne ignorano sia la presenza sia l’opportunità ovvero gli “ignoranti analogici” (nel senso letterale dei termini, sperando che nessuno si offenda).
Fatta la doverosa premessa di seguito il post e l’articolo tradotti.
Buona Pasqua a tutti
IL POST DI DOUG GUYER, CEO DI BRANDSHARE
Secondo un recente articolo di AdAge, “La crescita del commercio elettronico sta accelerando rapidamente a causa del distanziamento sociale e del lavoro da casa/smart working. Gli acquirenti online danno priorità alla praticità e alla velocità – e fanno il check-out con carrelli più grandi. I brand hanno bisogno di un programma mediatico olistico/comprensivo per non perdersi sullo scaffale digitale. I media dell’e-commerce sono una nuova frontiera, non una nuova tattica”.
Sfruttate la potenza della nostra rete di media dell’e-commerce con la connettività add-to-cart e il targeting look-a-like per coinvolgere i consumatori nel comfort e nella sicurezza delle loro case. Infatti, un marchio di dolciumi ha visto un incremento del valore totale di 2,3 milioni di dollari rispetto a quello di una recente campagna. Contatta noi o Matthew Sussberg per sapere come possiamo creare una soluzione connessa per il vostro marchio.
L’ARTICOLO DI ADAGE.COM
COME IL CPG (Cost Per GRP) PUÒ FAR CRESCERE I MEDIA DELL’E-COMMERCE
Con i consumatori che evitano i negozi, i brand devono investire per non “perdersi sullo scaffale digitale”.
La crescita dell’e-commerce – che si preannuncia diventare il 20% di tutte le vendite entro cinque anni – sta accelerando rapidamente a causa del distanziamento sociale e dello smart working.
Secondo una ricerca di Apptopia, le aziende Instacart, Walmart Grocery e Shipt hanno visto aumentare rispettivamente del 218 per cento, 160 per cento e 124 per cento i download giornalieri medi rispetto al mese scorso. La ricerca mostra che 1 consumatore su 4, che abbia confermato di aver acquistato nei negozi fisici dal 1° marzo al 9 marzo, ha sostituito il suo “viaggio” in negozio per acquistare un ordine online. Il fondatore di IHL, Greg Buzek, prevede che questa primavera il click-and-collect raddoppierà.
Gli acquirenti online hanno una missione diversa: procurare/acquistare, non navigare, dare priorità alla praticità e alla velocità – e fare il check-out con carrelli più grandi. Questo crea un’opportunità urgente/immediata che i marchi non possono permettersi di perdere.
Oltre ad essere elencati (nelle ricerche), i brand hanno bisogno di indirizzare il traffico. Principalmente, hanno bisogno di navigare sulle piattaforme mediatiche self-service gestite da rivenditori come Walmart, Kroger, Albertsons-Safeway e Amazon. Così facendo, possono rispondere alla domanda in tempo reale ed evitare qualsiasi ritardo nell’elaborazione (di solito il team di un rivenditore impiega dalle 3 alle 4 settimane per sviluppare una campagna digitale).
Il livello dell’occhio (eye-level, riferito al posizionamento su uno scaffale) conta, in maniera esponenziale, di più sullo scaffale digitale. Il 64% dei clic si trovano sui primi tre articoli elencati tra i risultati di ricerca su un sito di vendita al dettaglio. Ho visto casi in cui l’essere terzo contro il sesto produce 100.000 impressions in più; vale la pena di fare qualsiasi cosa per risalire questa lista.
Quindi, come fanno i brand a farlo al meglio? Con un programma media olistico/comprensivo.
Inizia con gli annunci di prodotti sponsorizzati
I brand che finiscono in basso nelle classifiche possono aumentare immediatamente la loro visibilità sulle pagine delle categorie e nei risultati di ricerca, con gli annunci sponsorizzati. Gli annunci mostrano solo quando il prodotto è disponibile in un negozio vicino a dove si trova la persona lo sta cercando, in modo da poter supportare direttamente i luoghi in cui si ha la distribuzione. I brand che entrano ora otterranno il miglior prezzo, in quanto questo aumenterà con la domanda.
Costruire pagine di categoria complementari con visualizzazione in loco
Concentrati sul prodotto, non sul brand. Anche se puoi scegliere che gli annunci pubblicitari siano specifici per il brand o per il prodotto, ho visto il miglior successo dagli annunci pulsanti inerenti agli eventi stagionali e alle promozioni dei prodotti.
Creare annunci pubblicitari per indirizzare le persone sul sito del rivenditore
I dati dei rivenditori sono una delle fonti di informazione più ricche, più pure e in tempo reale, perché non passano attraverso terzi. I rivenditori vedono direttamente come gli annunci innescano le vendite. Oltre a rendere il vostro brand più importante per il rivenditore, si apprendono le informazioni migliori, in base alle quali prendere decisioni.
Espandere l’ottimizzazione dei contenuti SEO
Questa è una strategia a lungo termine che i brand devono iniziare ora. La ricerca a pagamento è il modo per iniziare su una piattaforma di e-commerce, ma nel corso del tempo è necessario ricevere altrettanto impulso dalla ricerca organica. Monitora la vostra “quota di voce” e cerca tutte le parole chiave rilevanti, per prodotto, sul sito del rivenditore. Poi aggiusta regolarmente le pagine di descrizione del prodotto. Non c’è nessun set-and-forget (imposta e dimenticatene) nei contenuti per il SEO
Misurare l’intera attività integrata
Se volete diventare progressivamente più efficaci, evita la tentazione (e l’errore) di tracciare semplicemente le vendite. Guarda l’intera catena dei punti di contatto digitali, comprese le classifiche per parole chiave, la condivisione di impressions e la quota di vendite utilizzando servizi come “Profitero” e “Numerator”, nonché “strumenti per i dati” specifici per i rivenditori. Quando vedrete come il vostro marchio si presenta e vende tra i rivenditori, saprete dove aumentare il vostro investimento in SEO e contenuti a lungo termine.
L’e-commerce media è una nuova frontiera, non una nuova tattica. Per ora, l’imperativo è iniziare a parteciparvi. Tra non molto, la linea di demarcazione sarà posta in base a quanto bene i brand integrano i media a pagamento con i contenuti, il SEO e la misurazione.
I marketer avranno bisogno di un nuovo playbook e le agenzie dovranno abbracciare una missione più ampia. In particolare per i marchi più piccoli, le agenzie dovranno fare dei media dell’e-commerce una priorità. I marchi più grandi del mondo sono naturalmente quelli che ricevono più attenzione da parte dei team di marketing dei retailer, che devono dare priorità alle spese. Le agenzie devono far leva sui loro portafogli di brand per creare strategie con i team dei retailer attraverso le componenti dell’e-commerce che vanno oltre l’autoservizio.
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RIFERIMENTI:
Post Linkedin
Articolo di AdAge
Brandshare
Simple Sample
Simple Direct